Quando andare dall’osteopata?

Non sempre e non tutti sono correttamente informati su chi sia l’osteopata e cosa faccia.

L’osteopata è un terapista manuale, diverso dal fisioterapista, dal massoterapista e ovviamente diverso dal medico. Si occupa di utilizzare tecniche osteopatiche per risolvere le cosiddette “disfunzioni somatiche”, ossia una funzione deteriorata o alterata delle componenti del sistema corporeo, come scheletro e articolazioni, strutture muscolari e fasciali, vasi sanguigni, linfatici e il sistema neurale. Tali disfunzioni vengono trattate (normalizzate) dall’osteopata utilizzando tecniche di manipolazione: strutturali, fasciali, viscerali e craniali (ECOP, Glossary of Osteopathic Terminology, AACOM, 2011).

La capacità del singolo professionista è dunque quella di riconoscere, tramite la diagnosi osteopatica, tali disfunzioni per poi riportarle alla normalità. Tale diagnosi si effettua senza strumenti medici, ma con l’osservazione, l’esecuzione di test di mobilità e con la palpazione manuale. L’osteopata, per usare una semplificazione, “ascolta” con le mani. Fughiamo subito il dubbio che tale ascolto sia qualcosa di “magico” o soprannaturale: il professionista osteopata studia e si addestra per cinque anni in appositi istituti di formazione (per ora in Italia solo privati) per acquisire la sensibilità manuale necessaria. Non è in fondo dissimile all’allenamento che fa un sommelier per riconoscere i sentori e i retrogusti sottili nella degustazione di un vino: nulla di magico, solo pratica e studio.

Le tecniche di normalizzazione sono di diverso genere, come sopra citate:

Tecniche strutturali: il famoso “scrocchiare” di ossa che in realtà è il semplice suono di “gavitazione” all’interno della capsula sinoviale dell’articolazione che viene normalizzata. Un po’ come allontanare una ventosa da un vetro per muoverla: si produce uno schiocco, del tutto innocuo. L’utilizzo di tali tecniche va comunque soppesato prima dal professionista: se sia il caso di ricorrervi o meno, che siano eseguiti i test pre manipolativi, che la tecnica non dia disagio alla persona, alla quale si chiede il consenso prima dell’esecuzione.

Le tecniche strutturali sono però anche altre, ad esempio tecniche articolatorie, di mobilizzazione ritmica, di rilascio miofasciale, di allungamento muscolare.

Tecniche viscerali: anche i nostri organi interni possono essere trattati da manovre mirate del professionista osteopata, il quale con prese manuali particolari favorisce la peristalsi e stimola meccanicamente l’organo in questione.

Tecniche craniali: le ossa craniche mantengono anche in età adulta una certa mobilità delle suture e l’osteopata la favorisce, a testimonianza di una buona fisiologia degli scambi cellulari a livello dell’encefalo. 

 

Quindi per rispondere alla domanda iniziale: quando si deve andare dall’osteopata? La risposta è: quando ci sentiamo non perfettamente in forma, non solo a causa di doloretti articolari, ma anche in caso di disagi viscerali o di tensioni muscolari, o di alterazioni del ritmo veglia-sonno. Chi pratica sport ha sempre gran giovamento dall’osteopatia, le persone non più giovani che vogliano un supporto per mantenere uno stile di vita sano e attivo, le mamme prima e dopo il parto, i bimbi. In questi due ultimi casi occorre che il professionista sia specializzato nel trattamento in gravidanza e nel trattamento neonatale.

Per concludere: dall’osteopata si può andare sempre, anche nel caso di terapie medico fisioterapiche, le quali possono coordinarsi col professionista osteopata per il miglior beneficio possibile del paziente.

 

 

Francesco Gualerzi D.O. iscritto al R.O.I.
Osteopatia per adulti, sportivi e per persone anziane
Chiavari e Genova

 

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